Quello che scrivo (sto parlando di narrativa) a volte mi fa quasi piacere, mi regala qualche sensazione positiva, persino mi commuove, ma altre volte mi fa schifo. E in questi attimi di 'debolezza' i milioni e milioni di romanzi scritti dagli scrittori nel corso dei secoli mi si rovesciano addosso, mi sommergono, mi schiacciano come la più insignificante delle mosche, e l'illusione di poter scrivere qualcosa di interessante e di nuovo (vista la mole del già scritto) appare pura follia, vaneggiamento. Eppure, superato lo choc, ancora mi rimetto a tavolino. Un po' di questa sana follia ci vuole, per non 'impazzire' di quotidianità.
in foto: uno dei moltissimi libri in commercio, che mi è stato regalato da una cara amica. Essendo un saggio (il libro, non io), non mi provoca invidia da romanziere.
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