ASSERRAGLIATI SUL CAMPANILE
Salendo stamani in bici al Campo dei Fiori me lo sono trovato davanti, che camminava, insieme all’amico Gerosa. E non poteva essere altrimenti, perché il mio amico Giovanni Cerutti, tutte le domeniche, saliva a piedi al Campo dei Fiori. Sì, anche ad 85 anni, anche pochi giorni prima di morire, dopo una breve e irrimediabile malattia. Qualche giorno fa il funerale, nella nostra Sant’Ambrogio. Di lui l’ex parroco don Giuseppe Cattaneo (che ha tenuto l’omelia durante le esequie) ha detto ciò che avrei detto anch’io: uomo esemplare, dal sorriso buono, dalla generosità svelta (‘Arrivo subito!’), padre e marito devoto, uomo di fede, parrocchiano sempre attento alle necessità dei più bisognosi, vicepresidente della scuola materna ‘Gianna Beretta Molla’..insomma, un lungo elenco di buone qualità e di talenti ben spesi, al servizio della comunità. Ma don Giuseppe non ha citato un aneddoto che io avrei citato; perché Giovanni Cerutti è stato anche un uomo politico, un esponente della Dc che non ha fatto una gran carriera in giacca e cravatta (non era nelle sue intenzioni) ma ha dimostrato che bene celeste e bene terreno si possono conciliare. E poi l’aneddoto. Nel primo dopoguerra, quando all’eccitazione della fine dell’incubo bellico si univa l’ardore giovanile, Giovanni (insieme ad altri santambrogini doc, fra i quali Natale Gorini) aveva escogitato un piano: salire sul campanile e far suonare le campane, nel bel mezzo di una proiezione cinematografica all’aperto, in piazza Milite Ignoto, organizzata dai comunisti. E così fecero, più volte, obbligando i ‘rossi’ ad interrompere le riprese. Ma gli uomini di Stalin non furono certo concilianti, e attesero ai piedi del campanile la discesa dei buontemponi della Dc. Che furono dunque costretti a passare la notte asserragliati sulla torre campanaria, in attesa che sorgesse il sole e che la gente del Pci andasse al lavoro, liberando l’uscita.
La Provincia di Varese domenica 19 giugno 2011
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