Sì, cara mamma Ines, so bene che scrollerai la testa e mi darai del pasticcione. So che non approverai il mio metodo di studio dell'organo, imparare a memoria alcuni canti, senza lo studio della musica, senza la necessaria gavetta. Ma tu sai bene perché l'ho fatto, perché lo faccio ancora. Tu eri precisa, meticolosa, non amavi l'improvvisazione. E quel tuo primo, unico concerto al pianoforte, in Salone Estense, lo avevi preparato con anni e anni di studio. Tu sai perché mi sono messo a suonare, quindi mi perdonerai. Tre volte al giorno ti ritrovo lì, nella musica, nel suo potere evocativo. Le mie note elementari, zoppicanti, mattone su mattone, mettono in piedi la casa del nostro incontro.
in foto: mamma Ines, al tempo del suo primo, unico concerto al pianoforte
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