Da qualche tempo la mia 'ambizione' è di riuscire a vivere con la minor fatica possibile. Riuscire a compiere il mio dovere e (qui è più facile) il mio piacere senza eccessivo sforzo, o sensa sforzo affatto, con gusto. La mia idea è che ciò che si ottiene con fatica è meno spontaneo, di una qualità inferiore. So che questa è utopia, il nostro limite-peccato rende indispensabile la fatica del vivere, e in questa mia filosofia c'è forse il desiderio di dare una giustificazione a ciò che non faccio e che, probabilmente, dovrei fare. Fra le attività che più stanno risentendo di questa mia 'evoluzione-involuzione' c'è la scrittura. Non si dice forse: "Ha concluso la sua ultima fatica" alludendo al libro? Ho l'impressione che debba tornare a dare valore a questa faccia poco gratificante della medaglia della vita.
in foto: i primi fiori del praticello sotto il mio balcone
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