Ultimamente vanno di modo alla tele (e in libreria) l'attrice Claudia Koll, il calciatore Legrottaglie, l'ex conduttore televisivo Brosio, tutti fratelli che grazie alla preghiera sono riusciti a rivoltare in meglio la loro vita, a risolvere profonde cadute esistenziali. Io prego da una vita, ma la mia vita non ha subìto ribaltamenti clamorosi, e a volte ho persino il sospetto che la mia preghiera sia un modo per demandare ad altri (a un Altro) fatiche che probabilmente spetterebbero a me. Evidentemente non basta pregare. Si può pregare bene o male, si può pregare con frutto o sterilmente, si può pregare e scappare o pregare e restare. Sono confuso. Io comunque non mollo la preghiera. Anche perché sono convinto che, ormai, anche se decidessi di non pregare più, la preghiera andrebbe da sè. Un po' come il respiro.
in foto: tramonto sulle nevi dei monti ossolani
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