Come da molti anni avviene, anche stamani mi sono recato in piazza Milite Ignoto, nella mia Sant'Ambrogio, per la preghiera ai defunti, caduti delle disgraziate guerre mondiali. Morti in ogni caso eroiche. E come da tradizione, Natale Gorini (al centro, che ha preso da anni il posto che fu del prof. Piero Ferranti) ha letto una poesia intonata alla circostanza. Alla sinistra del vate, il parroco don Giuseppe Cattaneo. Alla destra, il 'mitico' Giovanni Cerutti.
A questo pensavo recentemente: la dimostrazione più probante di maturità umana, di saggezza, di nobiltà, di comprensione del senso della vita ci è chiesta proprio davanti alla morte. Saper testimoniare a chi ci vede che si può 'vivere la morte' è l'ultimo dono, il più grande, che possiamo lasciare a chi ci vuole bene.
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