Sentendo i commenti della gente, sintetizzerei la domenica Mondiale in due parole: urlo e commozione. Un urlo poderoso, partito a tre chilometri dal traguardo, piazza Monte Grappa, scatto di Ballan. Urlo continuo, per oltre tre minuti, all'Ippodromo; urlo in crescendo, come un' onda a seguire, a sospingere l'azzurro lungo corso Moro, via Morosini, via Nuccio Casula, via Carcano, via dei Mille, viale Valganna, svolta a sinistra per il Mapei Cycling Stadium. E commozione. Più d'uno ha confessato d'aver pianto, gente certo non appassionata di bici, gente che s'è lasciata trasportare dall'evento. Un mio collega ha persin detto: "Ho sempre considerato la lacrimuccia roba da femmine. E invece, questa volta, ho pianto anch'io." Lasciarsi trascinare. Siamo troppo controllati. Troppo seri. Rischiamo pure, qualche volta, e lasciamoci condurre verso l'ignoto.
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