Credo siano anzitutto due le modalità di sopravvivenza: la fede in una vita che non finirà mai e il lavoro. Tanto lavoro, inteso non in senso alienante ma liberante, cioè una vita impegnata, senza tempo riservato all'ozio. Perché appena ci si trova con le mani in mano, colti in un attimo di non lavoro, s'apre dinanzi a noi il baratro di un destino che ci coglie impreparti, inutili, passivi, intenti a riflettere con malinconia sulla caducità delle cose. E invece no, non dobbiamo lasciare il minimo agio a simili pensieri. Quindi consiglio di lavorare, sempre, oltre ogni pensione. Si vada pure in pensione ma si progettino altri lavori. 'Chi si ferma è perduto' ammonisce il detto popolare. Che sottoscrivo.
ps In foto ho scelto il ministro Bobo Maroni solo perché è stato Ministro del Lavoro
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