Lo scorso venerdì 7 settembre, all'ora del Vespero, è morta la mia amica Renata Spinella. Aveva 87 anni, nata nel 1920 a Catona di Reggio Calabria, presto approdata a Messina, infine, nel 1943, a Varese, seguendo la madre Ester, insegnante. Ho conosciuto Renata alla fine degli anni Ottanta. Aveva da poco pubblicato la sua raccolta di poesie mistiche 'Fratello silenzio, sorella solitudine' per le Edizioni Del Leone. Poiché anch'io stavo pubblicando per quell'Editore veneziano, mi recai da lei per avere consigli. Da allora ci siamo sempre frequentati. Ho conosciuto i suoi fratelli Mario (grande intellettuale di sinistra) e Tullio. Da lei ho imparato la sincerità, anche quando può essere sgradita. Cercava continuamente il Dio nascosto, pregava incessantemente, per superare i limiti di un corpo sempre dolente, per comprendere una mente lacerata dalla nevrosi. Non amava Varese, aveva negli occhi e nel cuore il suo mare dello stretto. Rimproverava ai varesini troppa freddezza, e probabilmente aveva ragione.Tanto chiedeva e tanto dava, generosa, volitiva. Voleva essere accompagnata alla Messa delle diciotto su alla Longaria, dai frati, anche quando il suo cammino era davvero penoso, il suo respiro in continuo affanno. Voleva l'Eucarestia. Mi voleva bene. Voleva bene a me, a Carla, alle mie figlie. O il Paradiso non c'è, ma se c'è, Renata, ora, è lì.
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