Da martedì 18 ottobre 2005, ore 8.30, le campane per me non sono solo bronzo, battacchio che cozza contro il metallo, suono grave, tempo che scorre. Sono anzitutto la voce di Dio. Le ascolto ovunque, soprattutto quelle del mezzogiorno, le campane dell'Angelus, e sono felice quando capito a quell'ora sulla panca in pietra del Campo dei Fiori. Posso incontrare, all'unisono, le campane della Madonna del Monte, di Brinzio, di Castello Cabiaglio, della Rasa, di Sant'Ambrogio, di Velate e fors'anche quelle, lontane, di San Vittore (vedi foto). Dio, se c'è, evidentemente è libero di farsi riconoscere come meglio crede. Nel mio caso, basta il suono delle campane.
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