C'è stato un periodo, anni fa, durante il quale il mio amico Gianni Argese (che mi accusa d'avergli trasmesso il vizio del fumo) mi chiamava Gandhi. Non so perché. Forse perché ero magro, o perché andavo in giro con un certo andazzo da asceta. Il paragone mi lusinga ma è del tutto immeritato. Anche perché il Mahatma (la grande anima) predicava fra l'altro il distacco dalle pesantezze della 'carne', distacco che io ignoro. Però Gandhi è un personaggio che mi ha sempre affascinato. E ora soprattutto per la sua visione della religione, considerata un grande albero dai molti rami (le diverse religioni) protesi verso il cielo. Tanti rami e un solo tronco: Dio? Il desiderio prepotente dell'uomo di un Dio, verità infinita? Credo che la scelta del ramo dipenda essenzialmente dal luogo di nascita. Non credo al primato di un ramo sull'altro. In questo sono come Gandhi, il Mahatma.